Impercettibili


Succedono delle cose, e il più delle volte passano abbastanza inosservate.
Come quando mi taglio i capelli ma ne ho talmente tanti che nessuno se ne accorge.

Sono stata scartata dal processo di selezione avviato col questionario psicoattitudinale di 250 domande particolarmente intelligenti, me l’hanno appena comunicato.
Solo che non hanno spiegato perché.
E allora io rimarrò per sempre col dubbio che la mia versione dei Tre porcellini non sia stata all’altezza della creatività richiesta per quel ruolo.
Santa pazienza.

Che poi, quasi in contemporanea, mi telefona la responsabile del nuovo posto (quello in cui risulto neoassunta) per chiedermi se mi ricordo che dopodomani si comincia.
Vecchia ho la bava alla bocca, tranquilla.
C’ho pensato un po’ su e poi alla fine ho deciso di confermare l’iniziale colpo di fulmine.
Se poi mi deluderà, pazienza.
So come fare.

I tigli fuori dalla finestra sono diventati gialli tutti in una volta, e uno, uno solo, ha già iniziato a spogliarsi dalla testa.

Cambia l’ora ed è subito buio.
Fatto che deprime i più, ma che a me dà quel non so che di confortante che, se non ci fosse, mi mancherebbe.

Torna la pigrizia.
Le mie camminate sono andate in letargo, la piscina può attendere.

Non ho più il fiato corto alla fine delle scale.
Neanche con le sporte della spesa.

Il Dottor D ha detto che ho la faccia di una che non ha più bisogno di lui.
Io, più che la faccia, vorrei avere il polmone di una che non ha più bisogno di lui.
Ma non glielo dico.

Poi, appena fuori, mi invento una canzone.
L’ho appena dimenticata.

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