I wouldn’t even trust you
I’ve not got much to give
We’re dealing in the limits
And we don’t know who with
You may think that I’m out of hand
That I’m naive, I’ll understand
On this occasion it’s not true
Look at me, I’m not you
“Just wait ‘til tomorrow”
I guess that’s what they all say
Just before they fall apart(New Order, Regret)
Sono un essere nato malinconico, cosa vuoi che ti dica.
Se penso a me, l’unica vera costante che riconosco invariata nel tempo è questa: la tristezza latente sempre in agguato, il senso di perdita imminente e vigile, la lucida rassegnazione a non poter essere del tutto capita, e probabilmente neanche del tutto accettata. La consapevolezza di essere strana, l’illusione saltuaria di non essere l’unica. L’urgenza di non voler rimandare, perché l’attimo dopo potrebbe essere irreversibilmente tardi.
Epperò l’entusiasmo, il coraggio, che io vedo proprio come l’altra faccia perfettamente combaciante della stessa medaglia.
coraggio (dal latino coratĭcum o anche cor habeo, aggettivo derivante dalla parola composta cŏr, cŏrdis ’cuore’ e dal verbo habere ’avere’: avere cuore)
Sono selettiva e solitaria.
La me più profonda l’ha conosciuta solo chi non ne ha avuto fastidio o paura, chi ha provato a chiedermi almeno una volta come stai.
Ma sono tutt’altro che ombrosa e ripiegata su me stessa, anzi.
Il meglio di me lo riservo agli altri, più che posso, e anche con una certa facilità.
È una spiccata, probabilmente neanche del tutto sana, propensione naturale.
Una spinta uguale e contraria a quella che, ciclicamente e inesorabilmente, mi riporta a me e al mio bisogno di solitudine.
Sono scontrosa ma gentile. Per la verità, sono forse la persona più gentile che io conosca. Premurosa.
Non cerco gli altri per bisogno o compagnia, li cerco per piacere.
Prima di tutto mio. Sono egoista.
Mi piace vederli stare bene, o perlomeno il meglio possibile.
Fare qualcosa per loro, più spesso che con.
Mi piace farli ridere, sollevarli dalle loro pesantezze, anche solo temporaneamente.
So come fare, lo faccio tutti i santi giorni da sempre, con me.
Basta solo guardarmi.
Sono così ingenua.
Mi piace pensare di poter avere un ruolo, mi ci impegno con tutte le forze.
Quando tocca a me esprimere un desiderio, finisco sempre sullo stesso: che stiano tutti bene.
È l’unica cosa che mi manca, io sono a posto.
Uno dice: e gli altri?
Beh, li ho così convinti di essere a posto che si dimenticano di me. Si ricordano solo quando li trascuro, senza chiedersi perché.
Oppure si stancano, sono troppo impegnativa. Mi rimandano a un improbabile momento migliore, e lo fanno senza avvisare.
Come se ci fosse tutto questo tempo, tutto questo lusso.
C’è una novità, anzi due. Sono due scoperte.
La prima: non è affatto detto che io abbia una parte nella vita altrui, anzi.
Non è sufficiente che io la voglia, o addirittura la senta.
E non c’è forza o coraggio che tenga, entusiasmo amore attenzione cura, se la porta dall’altra parte resta chiusa.
La luce passa solo dalle aperture.
E le persone possono essere o meno felici a prescindere da me e dal mio presunto ruolo nella loro esistenza, o dal mio spassionato (molto spesso maldestro) contributo.
Di più: potrebbero non voler affatto essere felici.
La seconda, oltre ogni ragionevole dubbio: sono stanca, finalmente, anch’io.
Sempre qua, ma stanca.
Oggi si spegne una nuova candelina, e con lei un desiderio inatteso: che siano tutti esattamente quello che vogliono essere. Stavolta, in totale autonomia. Me compresa.
Questo è il mio regalo. Buon compleanno.
Sei una persona speciale,intelligente,sensibile,un po’ complicata ma assolutamente disponibile e generosa.Ti conosco abbastanza bene e so che,per scoprire chi sei davvero,basta soltanto dedicarti un po’ di attenzione e ascoltarti.Vorrei però darti un suggerimento,se posso;ogni tanto ricorda:”Non aspettarti dagli altri lo stesso tuo atteggiamento,la stessa tua considerazione “.Il TUO PRIMO DOVERE lo hai verso te stessa!!!!Cerca di essere FELICE!!!
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Amen.
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