Batman e Robin non esistono. E, se esistono, sono dalla tua parte. (S.B.)
Bisogna capire che non ci sono scuse plausibili per tirarsi indietro di fronte alle proprie responsabilità.
Quindi non proviamo nemmeno a ipotizzare l’esistenza di superpoteri in mano a malvagi oppositori contro cui non vale neanche la pena battersi, tanto sono avvantaggiati.
Facciamo quel che c’è da fare, e facciamolo al meglio, ché non esistono supereroi in grado di impedircelo.
E, anche volendo ammettere per un attimo questa possibilità, deve essere chiaro a tutti che sarebbero comunque dalla nostra parte.
Perché i supereroi stanno coi BUONI.
Quando un docente apre in questo modo un corso, il tutor capisce che non tutto è perduto.
Quando, per farlo, proietta le immagini di Batman e Robin, il tutor ritrova la fede.
Nel rapporto esperto-tutor non c’è niente di scontato.
Per quanto la formazione dell’adulto preveda, quasi da manuale, che l’uno si appoggi costantemente all’altro per la buona riuscita dell’intervento, non è così semplice trovare il docente incline a coinvolgerti attivamente, o il tutor disposto a mettersi in gioco.
I Luminari fanno la loro performance incuranti della reazione dell’aula.
È ben grave, ma è così.
Sbrodolano il loro immenso ego unicamente a beneficio di loro stessi, sempre nello stesso modo, a prescindere dal pubblico che hanno di fronte.
Hanno cavalli di battaglia triti e ritriti, che se gli astanti non colgono è perché sono limitati o disattenti.
Per loro, il tutor è una valletta che, a uno schiocco di dita, collega il videoproiettore al pc e distribuisce post-it ai partecipanti, ricorda a tutti di firmare il registro, non parla se non interpellata e forse neanche pensa.
A loro parziale discolpa andrebbe detto che, in effetti, ci sono anche tutor un po’ così.
Quelli che non seguono più di tanto l’andamento della lezione, quelli che si fanno i fatti i loro, quelli che passano per dare un’occhiata ma poi hanno altro da fare e se ne vanno.
Il mestiere lo consente, per la verità: la presenza del tutor è realmente necessaria solo se si intende dare un valore aggiunto all’intervento, in termini di continuità del percorso, tenuta del clima d’aula, governo del processo formativo.
Se per buona riuscita del corso si intende semplicemente che tutto si svolga senza intoppi, l’apporto del tutor può diventare davvero – e legittimamente – marginale.
Spesso non è nemmeno lui a deciderlo, ma direttamente il committente.
Poi, per fortuna, c’è dell’altro.
Il tutor che, per specifico incarico o per insana passione, sposa la causa: non il puro sostegno alla ruota del pavone, ma piuttosto l’efficacia dell’intervento formativo.
Questa passa anche dalla sua capacità di mediare la comunicazione tra esperto e discenti, di cui in qualche modo deve riuscire a guadagnare la fiducia.
E ci sono i docenti che lavorano per lo stesso comune obiettivo, al solo scopo di condividere conoscenza, che fanno la ruota non come fine ma come mezzo, e che col tutor è tutto uno scambio continuo, lavoro di squadra, sottile complicità.
Da loro un tutor può solo imparare, e si accorge della magia nel momento in cui intuisce, proprio di colpo, di stare diventando lui stesso un esperto di contenuti e metodi di cui, fino a qualche tempo prima, non sospettava nemmeno l’esistenza.
Ma, soprattutto, nel momento in cui l’aula inizia ad ascoltarlo.
Quando il docente ti fa capire che lui è Batman e tu sei Robin, beh, che dire…
Che dire…. Un mix di poesia, armonia e contenuti di vero spessore….
Posso condividere questi tuoi pensieri????
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Certo! L’obiettivo è questo! Grazie di cuore.
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