Comunque vada

Comunque vada darò un sorriso al niente
O ruberò al vento un’acqua di silenzio
Amerò le mani tese sui capelli
I pugni in testa
Il buio ingiusto della mia malinconia

Malgrado tanto io sciolgo ancora idee
Come lacci di scarpe
Inutile follia
Non aver badato al mio starnuto
Al chiasso dei suoi panni stesi
E l’alba rigida nei corridoi

Futilità sospesa
Scontami il perdono
Ho una dignità di schiuma pronta a soffocare
È solo un mio trambusto personale
Una pausa insolita ed incerta come l’idiozia

Scappa via
Scappa via
Cosa mai sarà
Scappa via
Scappa via
Non tornerà

Ma resto chiuso
E un’amica si frantuma
In un istante un grido
Svaniscono parole quasi mute
Immagini sfinite
E il sogno delle sue bugie
Marcite intorno alla mia stanza

Curiosità lontana torna fra i pensieri
Come giovani farfalle provano le ali
Sconnetto me da tutto e tutti si sconnettono
E mi merito un applauso dipinto d’incoscienza


Si può anche essere profondamente tristi e, nondimeno, conservare una certa dose di irresistibile simpatia.
No?

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