Se devo dire come mi sento adesso, non riesco a non prendere in prestito questo titolo di Benni.
Comica, son comica.
Spaventata, son spaventata.
Guerriera, son guerriera.
Non ci piove.
Nell’ultima settimana, il mio polmone malconcio ha ricominciato a fare le bizze, e la guarigione si è allontanata di nuovo.
Cioè, per dirla esattamente come andrebbe detta, io sto bene nonostante gli esami dicano il contrario.
Allora c’è voluto un mega consulto ai vertici del reparto di chirurgia toracica, e altri accertamenti da fare domani e a seguire, per stabilire se vale ancora la pena di concedermi la chance della fisioterapia prima di squartarmi viva.
E vogliamo davvero parlare della fisioterapia?
Quella che dovevo iniziare, senza soluzione di continuità, subito dopo la dimissione?
Bene.
Non solo oggi è stato il primo giorno, c’è di più.
C’è il fisioterapista (una specie di bradipo sotto anestesia, ma molto gentile e scrupoloso) che, osservando il mio primo esercizio, mi dice un po’ perplesso ma perché stai respirando col diaframma? Non ti fa mica bene, tu non devi espandere la pancia, devi espandere i polmoni!
Ecco allora io vorrei incontrare di nuovo, lungo il cammino della vita, Miss Zen.
Colei che è riuscita a farmi diventare spontaneo respirare nel modo sbagliato mentre di mio, naturalmente, respiravo già nel modo corretto.
No perché, a completamento del roseo quadro, c’è anche questa novità che i medici si son messi a sperare che io abbia la tubercolosi, così si cura più facilmente.
In effetti sarebbe una cosa molto romantica, venire rinchiusa in un sanatorio a combattere la tisi.
Ma, com’è come non è, indecisi tra operazione e tibicì, questi sembrano voler scordare a tutti i costi che, con un po’ di sana ginnastica fatta bene, dovrei tornare come nuova.
O, almeno, così mi dissero.
Ma quando è stato?
E chi si ricorda più.
Qui il tempo scappa via e si porta dietro, a volte perdendole in qualche corridoio d’ospedale, le provette col mio sangue ancora da analizzare.
E io non sono ancora a posto.
E sono un po’ più cinica, ma non è che non abbia una fifa blu.
E bisogna aver pazienza, e fare quello che bisogna fare, e affidarsi a mani altrui che, delle volte, preferirei proprio di no.
E a Formentera a fine aprile ho una gran paura che ci andrà qualcun altro.
Già. Che due grossi maroni, diceva quello…
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