Nel mio roseo quadro clinico attuale, l’unica cosa che sembra star bene dentro e fuori è la cicatrice del drenaggio al polmone.
Poiché l’équipe riunita dei Taglia-e-cuci mi ha augurato che possa in effetti restare l’unico taglio sul mio corpo, vorrei prestare al simpatico gruppo di buontemponi il doveroso riguardo.
L’Allegro Chirurgo
è il primario del reparto di chirurgia toracica.
Non ho avuto la fortuna di conoscerlo bene, ma mi è bastata una toccata e fuga per apprezzarne soprattutto il delicato savoir faire: diagnosticandomi a prima vista una probabile tubercolosi, segnalata dalla mia (giovane?!?) età e dal mio aspetto lungo e sottile (?!?), ha accompagnato la bella notizia con una pacca sulla scapola ferita che a momenti mi fa collassare di nuovo il polmone marcio, lasciandosi sfuggire a viso aperto che, se gli esami dovessero confermare la sua valutazione, sarebbe una vera botta di culo.
Ma per chi, di grazia?!?
Ti voglio ricordare che, sulla mia pellaccia, sono stati isolati un altro paio di terrificanti batteri ignoti alla restante parte dell’umanità, per cui son già stata abbondantemente curata e (pareva) pure con successo.
Dottor Ansia
è il chirurgo che sta seguendo con incrollabile serietà il mio caso.
Così incrollabile, la sua serietà, che più di una volta sono stata colta dal quasi irrefrenabile impulso di fargli il solletico per vedere se per sbaglio potesse sfuggirgli una risata.
Niente.
Ma che angoscia amico! Sono io quella messa male, mica te.
Però ieri ha accennato a un mezzo sorriso quando, perdendo improvvisamente tutto il suo controllo, mi ha confessato in dialetto modenese che, secondo lui, il primario ha torto.
E mi ha dato del tu!
Secondo me si è sbagliato.
Tuttavia, non posso non rilevare con un certo sollievo che stiamo facendo passi da gigante.
Solo che lui l’aveva detto subito che non ce l’avrei fatta ad andare a Formentera, e per questo un po’ di odio nei suoi confronti lo proverò per sempre.
Dottoressa Thatcher
è la chirurga che mi ha letteralmente perforata.
Pare che lo abbia fatto con una tale forza da avermi indotto a ululare di dolore, ma la mia mente ha rimosso questo episodio.
Comunque, a un certo punto, Lady di Ferro deve aver anche pensato che non aveva senso continuare la sadica pratica, e mi ha somministrato una dose da cavallo di so quale meraviglioso sedativo che, da allora, me la fa vedere come la Fata Turchina.
Ecco perché le spettano di diritto tre epiteti, come alle più ragguardevoli divinità della storia.
Tra l’altro, è anche l’unica della combriccola ad avermi spiegato con una logica quasi del tutto convincente cosa stia probabilmente succedendo al mio polmone.
E, siccome a suo parere è normale, io la amo.
Mi rendo conto che in questa fase ho l’amore abbastanza facile, ma tant’è.
Andiamo avanti.
Dottorina Zip
è la specializzanda che mi ha aperta una volta e richiusa due.
Probabilmente mia suocera, che è una sarta, se la sarebbe cavata meglio.
Tuttavia, non posso non apprezzare l’inaspettata occasione che mi ha fornito di valutare seriamente l’idea di ricoprirmi di tatuaggi dalla testa ai piedi.
So che il nesso diretto non è immediato da cogliere, ma assicuro che c’è.
Come si può vedere, dunque, anche in chirurgia ho chi mi cura con attenta dedizione.
Ma, se proprio dovessi davvero tornare là dentro, io rivorrei lo stesso vecchio reparto, lo stesso vecchio letto 53, le stesse vecchie facce dei miei stessi vecchi ventuno giorni già passati.
Perché magari l’atmosfera generale era un bel po’ più sgangherata ma, come diceva quel tale,
il paradiso lo preferisco per il clima, l’inferno per la compagnia.
Complimenti davvero per il tuo stile,sei in gamba e sai usare la lingua italiana in modo corretto,appropriato e piacevole (chissà cosa avrebbe da dire quella imbecille della Monari)
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Non so, sicuramente qualcosa sulla mia vis polemica, che in effetti non mi è mai mancata 😉
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